Le Femen simulano la masturbazione col crocifisso in Piazza San Pietro? Si può soprassedere: non abbiamo mica insultato la cultura di altri popoli
di Duccio
“Dio non è un mago, il Papa non è un politico”. Questi gli slogan che tre membri delle Femen hanno ripetuto in Piazza San Pietro per protestare contro la decisione di Papa Francesco di far visita al Parlamento europeo. E per essere più efficace, non bastando il rituale topless, le tre hanno simulato un atto di sodomia con un crocifisso.
I media (togliendo il web) ne ha parlato? Le istituzioni, i “personaggi” che dovrebbero rappresentarle, hanno sentito l’esigenza di prendere una posizione rispetto a quanto accaduto? No.
Perché i media avrebbero dovuto parlarne? Forse perché si tratta di cronaca, di quella che dovrebbe avere risonanza. Perché le istituzioni avrebbero dovuto prendere una posizione in merito? Forse perché il gesto, ancorché costituisca reato, assume una sua precisa rilevanza perché la cultura di un popolo è anche data dalla componente religiosa, a prescindere dai personali orientamenti e riserve.
Tuttavia questo silenzio assume un altro significato, diventando la chiave interpretativa di tutta la politica di relazione interculturale italiana.
E a tal proposito, come non può farsi riferimento al gesto dell’on. Calderoli, Lega Nord, che sbottonando la camicia sfoggiava durante la diretta di una trasmissione televisiva una maglietta raffigurante una vignetta satirica su Maometto: il mondo della politica si indigna, i media non hanno altro argomento da trattare, le associazioni chiedono le pubbliche scuse, le autorità islamiche da altri paesi si sentono chiamate in causa (e quando mai!) e i nostri rappresentanti che solidarizzano con loro. Si badi, è stato un gesto inopportuno: non per la satira in sé, ma per la provenienza (tralasciando il fatto che non si trattava di una vignetta offensiva).
Notate qualche differenza? D’altronde, mica si è fatto un uso improprio del corano durante la protesta, quindi non c’era la necessità di mostrare solidarietà col modo musulmano e dimostrare al mondo di non essere razzisti o quant’altro. Dunque, inutile prendere posizione alcuna. Perché difendere le proprie radici equivale, oggi, ad essere integralisti ed intolleranti.
Un contorsionismo di incoerenza che può ben sintetizzarsi in questo modo:
……
In Europa non mancano esempi di protezione delle proprie tradizioni e della propria cultura (Gran Bretagna e Francia, tanto per fare un esempio; e non è un caso che sono stati i primi stati nazionali e tra le più grandi potenze della storia..). Non si richiede chissà quale reazione (tuttavia, quella giudiziaria è il minimo), però l’indifferenza non è giustificabile.
Quale destino può attendersi per uno Stato che non difende i propri retaggi culturali e sceglie il silenzio pur di non passare per intollerante? Per dirla con Manzoni, “ai posteri l’ardua sentenza”.
P.S.:
Intanto, Inna Shevchenko, leader delle intrepide scostumate per protesta, dichiara fiera “Saranno rilasciate oggi stesso”. Della serie: l’opinione e l’immagine della giustizia italiana nel mondo
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A parte Facebook, perché i media non parlano di un accaduto così eclatante? Una vignetta (non offensiva) islamica sulla maglietta di Calderoli ha fatto indignare il mondo, ma 3 P*****E che si ficcano un crocifisso nel C***O non fanno notizia… Perché? Fatto tra latro che comunque sia costituisce reato di ATTO OSCENO IN LUOGO PUBBLICO… Ah dimenticavo… Rilasciate in giornata…. E se avessero usato una statuetta di Maometto ?
Non che gli italiani non siano indignati, ma come raffigura la vignetta saremmo stati attaccati dai BIMBIMINKIA.